mercoledì 24 dicembre 2008

BUON NATALE e ancora buon natale


Meno male che a Natale tutti si sentono più buoni. Non critichiamo troppo questa abitudine sociale... ringraziamo invece il natale perchè ci ricorda, anche solo per una volta all'anno, che possiamo davvero essere buoni.
Adesso però ci auguriamo che questa abitudine, possa durare tutto l'anno.
Auguri e auguri a tutti

sabato 15 novembre 2008

Il Futuro di Castelvolturno




Il futuro di Castel Volturno

Finita l’ondata multimediale, l’invasione delle varie televisioni seguita alla strage dei sei immigrati africani e dell’italiano ancora una volta sul territorio ci troviamo soli come tante volte in passato. Ci fanno compagnia i numerosi posti di blocco delle Forze dell’Ordine che presidiano le strada Domitiana. Ai Carabinieri e alla Polizia si sono aggiunti i militari, i paracadutisti della Folgore. La voce dei residenti è divisa sul senso di questa presenza. Il commercio e l’attività economica risente di questa presenza che scoraggia il traffico di coloro, di altre cittadine, che vengono sul territorio alla ricerca dei favori delle ragazze prostituite : gli abituali del sesso occasionale. Ci sono alberghi della zona che vivono delle coppiette anonime che cercano per qualche ora un po’ di intimità lontani da chi potrebbe riconoscerli.
La maggior parte dei residenti vede nella presenza delle Forze dell’Ordine la possibilità che finalmente venga ripristinata la legalità e che i “malamente”, i delinquenti, vengano allontanati e puniti.

Certo i poliziotti e militari al di là della tanta propaganda politica e mediatica non credo che possano debellare la camorra che ha radici molto profonde.
La camorra non è solo formata da quelli che sparano, ma è soprattutto una cultura, una visione della vita, una maniera di guardare agli altri e alle istituzioni.
Lo Stato non è considerato amico e protettivo nei confronti di una popolazione che storicamente non è stata protetta dalle istituzioni e ha trovato l’aiuto rapido e concreto affidandosi al malavitoso che garantiva una soluzione rapida all’ingiustizia o all’abuso che l’interessato aveva subito.
La camorra come mentalità è riuscita ad influenzare la cultura creando modi di pensare che si sono profondamente radicati purtroppo anche tra molti giovani. E’ notevole l’impegno della Scuola nella formazione dei ragazzi e dei giovani, ma è una scuola “episodica” che viene sommersa dal mondo circostante.
La camorra entra in molte istituzioni, è trasversale a tutte.
Conosco a Castel Volturno tante persone oneste e brave e non condivido l’immagine televisiva che alcuni programmi televisivi hanno dato di questo territorio. Ci sono persone che da anni lottano politicamente e socialmente per il cambio del territorio.

La camorra è strutturale perché entra in tutte le attività, creando una morsa che strangola tutto. E’ richiesto di essere eroi e di mettere a repentaglio la propria vita per ribellarsi. C’è qualche politico integro che sostiene che il vero problema è che non si sa dove finisce la camorra e incomincia lo Stato…
L’impegno attuale delle forze dell’Ordine è lodevole ma lo stato non creda di vincere la malavita che fra l’altro è ben diffusa in tutta Italia e in particolare in alcune regioni, con l’uso della repressione e della forza. Anche se in questo tempo è indispensabile a Casal Di Principe.

Fa sorridere ironicamente il ministro Maroni quando con i suoi “proclami” televisivi pensa di aver dato un duro colpo alla camorra con i numerosi arresti. La camorra ha una enorme capacità di ricostruirsi proprio per l’ambiente culturale e sociale che ha prodotto. Quante generazioni di buon governo saranno necessarie affinché lo stato acquisti credibilità nella popolazione. Sarà necessaria una grande sinergia con le varie realtà : scuola, chiesa, comune , regione, volontariato e l’associazionismo…. Purtroppo la camorra entra anche in queste realtà come cultura e visione della vita.

L’ondata televisiva a seguito della strage e la manifestazione degli immigrati seguita ha sollevato malumore e sconcerto e la protesta per aver identificato la popolazione come razzista . Proprio ora è in corso una manifestazione sulla Domitiana: mi sono fermato a parlare con i manifestanti, un gruppo di giovani, circa 150 con alcuni striscioni di protesta : non siamo razzisti… .
La radice razzista è presente in tutti gli esseri umani, nasce dal senso di superiorità che è proprio della nostra cultura europea, contro cui bisogna lottare.
Ho parlato con i giovani invitandoli a manifestare nel rispetto dell’ordine e della legge. Mi hanno rassicurato che si sarebbero comportati bene e hanno continuato la loro marcia verso il municipio.
E’ necessario continuare l’analisi appena iniziata sul futuro della zona di Castel Volturno, sui progetti economici e sui vari potentati che si muovono. CastelVolturno è uno scacchiere dove noi tutti corriamo il rischio di essere delle semplici pedine manipolati da alcune forze….. Purtroppo gli immigrati corrono il rischio di essere il capro espiatorio di tutti mali del territorio e in particolare degli interessi economici futuri.

lunedì 25 agosto 2008

news news




NEWS NEWS




I nostri bambini torneranno a scuola il 2 Settembre. Con loro ci saranno Robert e Grazia piu' sei ragazze che svolgeranno il loro servizio civile nella nostra struttura.



Presto vi faremo sapere tutte le novita' in programma, doposcuola compreso.



non vorreete "mica" lasciarci soli!!!!

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Il 28 Settembre la Carovana della Pace fara' tappa a Caserta. La comunita' della parrocchia degli Immigrati "S. Maria dell'Aiuto" si sta preparando all'evento. Il tema della Carovana e' "LIBERARE LA PAROLA". A Caserta sara' sviluppato il tema dell'immigrazione. I preparativi fervono. Vi terremo aggiornati





castelvolturno new entry


CASTELVOLTURNO new entry

siamo in un periodo di fermo posta... agosto le varie attività sono ferme comunque la nostra comunità si sta rimpolpando. Infatti è già tra noi un nuovo membro della comunità: pe. Antonio Bonato che, dopo 16 anni di missione in Mozambico, viene in missione da noi. Benvenuto!
Ha! Dimenticavo... Pe. Giorgio Poletti e Pe. Claudio Gasbarro continuano forti e sani come sempre

Prossime notizie e iniziative piu' avanti.

I nostri bambini torneranno a scuola il 2 settembre e allora ci risentiremo.

venerdì 23 maggio 2008

Casa di riabilitazione per clienti delle ragazze della strada

E se noi riducessimo la richiesta, probabilmente anche le ragazze prostituite diminuirebbero. C´è chi dice che la prostituzione c´è da sempre e quindi accetta questa come un fenomeno inevitabile. Ci sono poi mogli avanti negli anni che stufe del loro uomo che non è mai sazio pur di essere lasciate in pace accettano che il loro marito vada sulla strada. Noi uomini non ci calmiamo mai. Allora vedi in particolare gli uomini dai 60 anni in su abituali clienti delle ragazze della strada, almeno nella zona. Pure gli ottantenni autosufficienti si danno a questo "sport". Fra l´altro chi "....." di più è considerato il migliore e allora niente si salva. Per questo io sono un fallito completo. Certo non c´è una grande idea di che cosa significhi essere uomo.

Durante la notte e qualche volta durante il giorno i clienti calano sulla zona, vengono da altre parti della Campania. Qui non possono essere riconosciuti.
Ogni mese in Italia milioni di uomini avvicinano una ragazza per strada e comprano le sue prestazioni sessuali. Cosa cercano? Cosa li spinge? Quali problemi cercano di risolvere? Proviamo ad analizzare alcune tipologie maschili.

Gioco di gruppo

La prima, forse la più umiliante per le ragazze, è quella di coloro che lo fanno per sport, per gioco: quattro giovanotti salgono in auto, fanno il giro delle ragazze della zona per vedere cosa "offre il mercato" e poi cominciano a scommettere: chi riesce a ottenere il prezzo più basso? Chi riesce a ottenere tale prestazione? Chi meglio è capace...? Trattano le ragazze come cavalli da corsa, fanno le loro puntate e si passano la serata.

Schiavo del sesso

Il secondo tipo di uomo "a caccia" sulla strada è colui che sostiene che il maschio in certi momenti non può trattenersi, e siccome non sempre ha a disposizione la moglie o la compagna di cui ha bisogno, è "costretto" ad andare a sfogarsi con la prima che si lascia comprare.
Afferma che non è una colpa: "I maschi sono fatti così!", e che quello della prostituta è un servizio indispensabile nella società.

Annoiato della moglie

Il terzo uomo che incontriamo è colui che si lamenta che la moglie non gli dà ciò che lui desidera. La moglie per lui è troppo esigente. Questo uomo cerca un rapporto senza alcun investimento affettivo, che non lo impegni in niente. Ha il gusto della trasgressione. Non vuole comunicare con una persona, ma cerca una "macchina" cui chiede professionalità e disponibilità a dargli tutto ciò che chiede: "Io pago e quindi ho tutti i diritti e nessun obbligo".

Usa e getta

Il quarto uomo è quello che ha sempre bisogno di qualcosa di nuovo. Dopo un giro per vedere cosa c´è per strada, sceglie la più bella, la più alta, la più in carne, la più esotica o l´ultima arrivata. Vuole avere sempre una donna giovane, bella e disponibile, pronta a tutto, che gli dica sempre di sì. In genere non ritorna mai dalla stessa ragazza. Ogni volta vuole emozioni nuove. La ragazza è come un piatto di plastica: usa e getta.

Conquistatore in erba

Il quinto uomo è colui che non è mai riuscito ad avere una ragazza, una moglie, una compagna. Non ci ha mai provato perché è timido, oppure è stato rifiutato e ha paura che la cosa si ripeta, non si sente all´altezza di affrontare la vita di coppia oppure si sente incapace di conquistare una donna. Con la prostituta va a colpo sicuro, almeno per qualche minuto avrà una donna tra le braccia, e non corre il rischio di essere rifiutato.

Trascinato dalla corrente

I compagni di scuola nell´intervallo raccontano cos´hanno fatto ieri sera con quella donna sulla Domitiana. I compagni di lavoro raccontano dell´ultima che è arrivata sull´Asse Mediano. Solo io devo stare zitto e non dire niente? Cosa penseranno di me i miei amici? Forse che non sono capace? Che sono "dell´altra sponda"? Che ho paura? Se lo fanno tutti, perché non potrei farlo anch´io? Ed è così che il sesto uomo della nostra serie comincia a comprare sesso per la strada. Per lui quella ragazza è lo strumento per affermare davanti a sé e ai suoi compagni che è un "maschio vero".

Il romantico

Esiste infine, un tipo di uomo che quando si avvicina alla prostituta si coinvolge emotivamente. Alcuni semplicemente tentano di farla innamorare di sé per sentirsi grandi conquistatori. Altri vogliono farne la loro amante, pur senza pretendere l´esclusività. Altri ancora vogliono farla uscire dal giro perché diventi la loro compagna o addirittura per sposarla. Sono forse questi ultimi gli unici che, pur avendola avvicinata come clienti, offrono alla ragazza qualche speranza di un futuro più degno. Sono forse gli unici ad essere un po´... uomini.

Questo, più o meno, il quadro della situazione. Si calcola che sono circa nove milioni gli "uomini di strada". Cos´hanno in comune tra di loro? Idee sbagliate:

1. Al centro del mondo ci sono io, tutti devono esistere per me, io posso usare per il mio piacere tutto ciò che mi circonda.
2. Le ragazza sulla strada sono oggetti o, nella migliore delle ipotesi, animali che noi uomini possiamo usare come vogliamo.
3. Il denaro è tutto: qualunque cosa io faccia è il mio diritto, dal momento che ho pagato.

Questa è la "religione" dei maschi ricchi e potenti: il denaro è il loro dio, il piacere il loro assoluto. La loro legge è usare gli altri. Il sesso è il loro sacramento. La donna un oggetto... e l´amore è morto. In fondo c´è una grande fatica e incapacità di vivere serenamente la propria sessualità
Sembra che molte famiglie non siano più in grado di essere scuole di umanità. Chi vuole guidare un´automobile deve frequentare la scuola guida e superare un esame. Chi vuole lavorare in un ospedale deve fare studi di medicina o di infermieristica. Non sarà forse giunto il tempo di creare una scuola obbligatoria di umanità, di amore, di rispetto della donna prima di dare al maschio italiano una patente che lo autorizzi a fare uso della sua sessualità?

Per questo si potrebbe aprire una scuola di riabilitazione per clienti elaborando un progetto capace di aiutare a vivere la propria sessualità con maggiore serenità e con maggior rispetto per quelle disgraziate di ragazze.

Cittadini o Cristiani ?

Soprattutto secondo una determinata idea di cattolicesimo. Però non bisogna cadere nell'errore di chi fa corrispondere l'espressione 'cattolico' con 'cristiano', questa infatti è un'equazione del tutto illegittima. Si può essere ottimi cristiani infatti, e decidere di diventare cattivi cittadini di fronte a leggi non calibrate su valori evangelici.
Può sembrare una contraddizione ma non è così. Per essere buoni cattolici basta rispettare le norme della Chiesa comportandosi bene e osservando i criteri che la religione propone. Si può paradossalmente essere cattolici e non avere fede, o addirittura esser preti e non avere fede. Ma nonostante questo si può essere buoni cittadini, rispettosi delle leggi.
Scrivo queste cose perché si può vivere la "religione" e non aver fede. Sento queste contraddizioni anche dentro di me. Ci può essere la dissociazione tra fede e religione. Ieri notte prima di addormentarmi ho letto un po' della vita del grande profeta Geremia e del suo ministero. Geremia e gli altri Profeti è una lettura che faccio da un po' di tempo prima di spegnere la luce. Sento il bisogno di un po' di spirito di Dio, soprattutto in questi tempi di "silenzio della Parola". Viviamo in tempi dove l'istituzione prevale, in un bisogno di ordinare tutto nell'illusione che questo ordine sia ispirato. I tempi del Concilio Vaticano II sono lontani... Abbondano i "ripetitori" di un messaggio che non ci appartiene ma che spesso noi ripetiamo senza quel ascolto e adorazione dello Spirito che lo rende vivo. Spesso non entriamo nella "storia" con le sue vicende e contraddizioni. Chiusi nel nostro mondo non ci accorgiamo che la storia ci passa vicino e ci interpella. E la storia è spesso fatta di sangue e lacrime, di volti umani.
Da anni mi dedico agli immigrati, cercando di fare del mio meglio. Vivo nelle contraddizioni di questo mondo, luci e ombre di questo ambiente. A volte sento parlare di integrazione raggiunta e dal mio osservatorio di Castel Volturno proprio non ci credo. Viviamo in Italia in mondi sommersi e paralleli che si incontrano ogni tanto perché ci sono dei bisogni reciproci. Si fa un gran parlare sull'immigrazione, si organizzano tanti convegni ma molto è fumo e poco arrosto. Ormai sappiamo tutti che l'immigrazione -insieme con l'acqua naturale- è il businnes degli anni 2000. L'immigrazione è un mondo in cui molti fanno denaro, anche le istituzioni. In questi ultimi anni associazioni, gruppi, istituzioni e realtà ecclesiastiche ci si sono buttate sopra come avvoltoi su una preda. Si moltiplicano i progetti, le iniziative, anche se tutti sanno che di fatto è un accaparrarsi di denaro facile. Progetti fantasma delle istituzioni dove si seguono logiche politiche convenienti. Siamo all'interno di un sistema politico-economico-religioso che si sostiene. E' il sistema di potere che non lascia molto spazio ai poveri, e gli immigrati oggi sono realmente tra i poveri. Il colonialismo del passato, io in Africa sono vissuto diversi anni, continua ancora qui e là. Il sistema, non quello della camorra, ma quello del potere continua a fare le sue vittime. Ho studiato negli Stati Uniti, ho fatto pastorale negli ambienti più poveri e degradati di Chicago tanti anni fa e mi rendo conto di come il potente di turno abbia traghettato in Italia il peggio della società americana. Basta aprire la televisione per vedere programmi di decine di anni fa doppiati e ora dati in pasto quotidiano agli italiani. La logica dei "vincenti è perdenti" l'ascoltavo in America più di trenta anni fa. L'ideologia del Grande Fratello con la sua visione della società è vecchia. Siamo un paese anche noi di colonizzati anche se sempre in ritardo. Noi non siamo entrati ancora nell'era dell'elettronica, solo pochi la possiedono, gli americani sono nell'era dell'ingegneria genetica da molto tempo.
Siamo colonizzati...
Oggi le catechesi le fanno le televisioni. Le previsioni peggiori di Mc. Luhan del Villaggio Globale si vanno realizzando. E' un indottrinamento e una produzione di pseudo valori che opera sulle masse. Pochi sono i decodificatori del messaggio mediatico e logicamente purtroppo non vengono ascoltati. Basta guardare alla politica, quale prostituzione delle parole e della politica stessa. Oggi la televisione parlava della Bindi come candidata al futuro Partito Democratico. Anni fa ho avuto occasione di mangiare con lei e ho scoperto un volto molto umano di questa persona che stimo e certamente voterò per lei. Non sto facendo politica, è solo un piccolo tributo ad un vecchio ricordo di questa persona che ritengo saggia e seria.
Se sei contrario all'immigrazione perché accampi tutte le motivazioni che i massmedia ti propinano
penso che ti dovresti interrogare sul tuo essere cristiano. Puoi essere un buon cattolico ma cristiano mi viene da dubitare... Dubito molto di me stesso perché nei geni costitutivi sono maschilista, paternalista, razzista: sono figlio di questa società, ne ho ereditato molto. Potrebbero questi essere gli impulsi, le passioni, ma noi non ci identifichiamo con questi. Nella crescita della consapevolezza e della "sapienza" ci rendiamo conto che noi siamo persone umane, uomo-donna nella misura che progettiamo la nostra vita e superiamo pure a fatica le nostre passioni e impulsi. Dico pure con molta fatica. Qui inizia il nostro essere persone responsabili e non dei clonati, condizionati.
Può succedere che per essere fedeli al Vangelo sia necessario andare contro delle leggi dello Stato che non difendono i diritti fondamentali della persona. Una logica leghista non è certamente cristiana, forse cattolica, ma non cristiana. L'egoismo e la chiusura rispetto all' " Altro" sempre visto o come nemico o come ladro dei miei diritti non ha niente a che fare con il Vangelo che va contro la maniera comune di pensare della gente. Allora anch'io devo decidere se devo ragionare con il Vangelo o con la mia logica egoista incapace di riconoscere l'altro come fratello e sorella.
Gli immigrati in passato li abbiamo sfruttati in Africa e io c'ero... Continuiamo a sfruttarli qui e io ci sono... E' vero le nostre strade sono piene di ragazze africane e dell'Est, un triste spettacolo, ma ancora una volta chi è lo sfruttatore.... Come prostituiamo l'Africa!
Mi accorgo verso la fine di non aver messo in evidenza gli aspetti positivi della nostra società e sono tanti. Ma in questo articolo volevo sottolineare la grande fatica di conciliare il Vangelo e il pensiero della società corrente, la maniera comune di pensare così influenzata dai massmedia, che sono produttori non solo di ideologie ma anche di personaggi che squallidamente giungono alla ribalta e vengono presentati come modelli ai giovani di oggi.

La fatica delle relazioni umane

Mi metto a leggere il mio libro in attesa del pullman ed ecco che ad un certo punto la persona si gira verso di me e incomincia ad inveire, io provo paura, la paura che istintivamente si prova per colui che superficialmente viene giudicato 'pazzo'. Lo guardo meglio chiedendomi se per caso senza volere l'abbia offeso, anche se mi sembra di non aver fatto proprio niente. Non capisco bene se sia uomo o donna, il viso è deforme, gonfio, certo non bello da vedersi. Porta il codino e i pantaloni e questo mi fa pensare che sia un uomo. Continuo la mia lettura cercando di mostrare indifferenza, mi dico silenziosamente di non preoccuparmi, mentre continua la fila di improperi e parolacce. Forse non sono dirette verso di me, ci sono altre persone in attesa e qualcuno c'era già quando sono arrivato alla fermata. Mi rimane il dubbio.

Arrivato il pullman saliamo tutti. Io sono tra gli ultimi e non trovo posto per sedere, alcuni sono in piedi, e l'unico posto libero è vicino proprio alla persona che sbraita. Mi faccio interiormente coraggio e chiedo a lui il permesso di sedermi, e ottenuto il permesso mi siedo. Dentro di me tiro un respiro di sollievo: "...allora non c'è l'aveva con me". L'uomo si lamenta, spazientito grida all'autista con la classica imprecazione romana :" li mortacci...". Io sorrido e mi preoccupo di spiegare all'uomo il perché del mio sorriso, non sono romano e mi vengono i ricordi di quando ero studente a Roma. L'uomo mi sorride e mi spiega il senso dell'imprecazione. Incomincio un breve dialogo con lui, mi rendo conto che soffre, ogni tanto si tiene la testa tra le mani e io mi chiedo quale tempesta di emozioni ci sia in quella testa, che mondo di pensieri e di frammentazione e quale solitudine. Le vere battaglie sono quelle che viviamo dentro di noi.

Ad un certo punto l'uomo senza nome grida imprecazioni verso l'autista che probabilmente avvezzo a tante esperienze quotidiane se ne sta zitto facendo finta di niente. Tuttavia vicino all'autista, in piedi, c'è un gruppetto di persone e malauguratamente uno esce fuori con una battuta ironica. Non l'avesse mai fatto. Si scatena l'ira del nostro uomo che pur non avendo riconosciuto da quale persona sia uscita la battuta ironica, incomincia ad inveire con imprecazioni ed oscenità contro lo sconosciuto. Sono imprecazioni ed oscenità che partendo dalla sorella e dalla madre arrivano fino alla terza generazione dello sconosciuto che ha osato la battuta, continuando per una buona mezz'ora tra il silenzio dei passeggeri.

Il nostro uomo cerca di distinguere tra quelli in piedi chi ha fatto la battuta. Arrivati in via Dandolo molti scendono e le ultime immagini che intravedo dal finestrino sono quelle del nostro uomo che si azzuffa con un altro.
Questo episodio è uno spaccato di vita quotidiana, della fatica del vivere insieme e della nostra capacità di ascoltare o vedere "l'altro". La nostra è una società che frammenta interiormente le persone creando solitudine e malattia. C'è una solitudine che può essere l'inizio di una riflessione su se stessi nel tentativo di capirsi, di armonizzare e fare unità dentro di noi, ma c'è anche una solitudine impregnata di "fantasmi", di ricordi e di esperienze passate e lontane nel tempo. Restano lì, e non trovano pace. Spesso questi fantasmi si coalizzano dando vita a malattie della psiche o dell'anima. Il volto di quel uomo era deforme, non deve essere facile portare tutta la vita un volto simile, che attrae negativamente gli sguardi e i giudizi spesso inespressi delle persone superficiali. Come può reagire una persona umana sottoposta continuamente agli sguardi, vissuti come giudicanti, delle altre persone? Quale dolore e sofferenza e quale frammentazione interiore e lacerazione dell'anima si nasconde dentro quella persona? Ero seduto di fronte a lui, molto vicino, ma stavo attento a non entrare irrispettosamente nella sua distanza personale, di guardarlo normalmente. Il nostro aspetto esteriore gioca un ruolo a volte determinante nelle nostre relazioni. Ci fa sentire accettati o rifiutati. Lo sguardo e il tocco diventano significativi e possono esasperare i fantasmi interiori finendo per portare alla malattia psichica.

Qualche volta mi chiedo chi sia "normale". E poi, cosa significhi essere "normale" in questa società. L'accelerazione, l'eliminazione del tempo e dello spazio grazie alla globalizzazione ed Internet possono essere causa di mali psichici.

Siamo immersi nel cambiamento e non ci sono fondamentalmente proiezioni sul futuro. Si avvertono le nostalgie dei "vecchi", con un modello di passato spesso idealizzato. Nonostante anche il passato fosse pieno di contraddizioni e di sofferenze.

Io appartengo al secolo scorso. Speravo di diventare un uomo del Terzo Millennio, di avere il cuore e la mente aperta per capire il "nuovo" che avanzava. Speravo di capire la nuova società con le sue cose belle e brutte. Confesso che faccio fatica. Cosa significa essere uomo oggi e anche prete. Avverto come il "mio mondo" clericale abbia la nostalgia di tempi passati e senta il bisogno di restaurazione. Vuole tornare "all'antico", al tempo delle presunte certezze, delle cose chiare e distinte. Eppure c'è stato un Concilio Vaticano II, da tutti invocato ma fondamentalmente tradito.

Sono contento di vivere questi anni perché mi obbligano a riflettere e ad aprirmi. Credo che sia estremamente importante vivere all'interno della storia, vivere la propria vita non negli uffici e nei castelli, dove si elaborano verità lontane dalla vita della gente. Ma vivere la lotta quotidiana dei poveri, di quelli che non sanno come arrivare a sera. Vivo nel mondo dell'immigrazione con i suoi aspetti negativi e positivi, frammentato socialmente e religiosamente dove bisogna continuamente aprire dialoghi e non barriere e far si che le persone stiano meglio, dando loro speranza. Entriamo in crisi quando ciò che facciamo non ha più senso, quando la nostra vita perde di significato. Essere vicini alla gente, alle loro sofferenze, da significato alla nostra vita.

Uomini e donne spazzatura a Castel Volturno

Si perdono quasi tra i monti di spazzatura che li attorniano. Sono i sopravvissuti alla droga, i dannati. In effetti tutto l'ambiente attorno e loro stessi sembrano uno dei gironi dell'inferno dantesco. Tanti sono morti in questi anni, sepolti in qualche maniera, senza nome, qualche volta dagli stessi compagni di sventura. Bisogna stare attenti dove mettere i piedi perché il suolo è coperto di siringhe, un piccolo incidente e sei rovinato per sempre.

I volti di questi uomini e donne in maggior parte africani sono scavati dalla droga. Il colore non è più nero ma cinereo, non mangiano quasi mai, solo per sopravivere, un unico pensiero nelle loro menti, un unico sogno: la droga. Le donne fanno la spola tra la strada Domitiana a prostituirsi e subito il ritorno al covo per la dose di droga. E' un continuo andirivieni tra la realtà della strada e il "paradiso artificiale" della droga. I gatti si muovono all'intorno rovistando tra i monti di spazzatura. Forse anche questi gatti sono malati... chissà se anche loro si ammalano di AIDS. Anni fa si parlava della futura società dalle due velocità, mi chiedo a quale velocità appartengono questi dannati che ho davanti agli occhi. Sono venuti dall'Africa con tanti sogni, con tante speranze per poi morire di droga e di AIDS; oppure come alcune donne morire in un incidente stradale sotto gli effetti della droga. Fra loro ci sono anche alcuni italiani, ormai rottami alla deriva. Ogni tanto il Comune interviene murando le aperture degli edifici dove si raccolgono, cercando di "bonificare", allora gli uomini e donne spazzatura si raccolgono in un altro edificio della zona.

Mondi sommersi all'interno della società che non si incontrano e dove spesso è la malavita l'unico tratto d'unione. E' Africa anche questa, destinata alla prostituzione e a morire di droga, e che purtroppo non ha alternative. E' appena uscita dal mio ufficio una delle ragazze che accolgo, ieri finalmente è riuscita ad avere la cedolina che fra qualche mese gli permetterà di avere il rinnovo del permesso di soggiorno. Anche questa è una Via Crucis per ottenere quel pezzo di carta, il permesso di soggiorno, che fa di queste ragazze degli esseri umani per la società. Sono le identità fluttuanti tra Africa e Italia, tra la ricerca di una nuova identità spesso perdendo la vecchia. Questa ragazza è molto bella, vedo che gli uomini la guardano quando passa... Ha solo 22 anni, ha frequentato il terzo anno di università del suo paese in Africa, parla un inglese colto.

Abbiamo parlato un poco. E' come una tigre sempre in difesa. L'esperienza del mondo italiano l'ha ferita profondamente nel corpo e nell'anima ed è difficile curarla. Sono un uomo e mi chiedo spesso come queste ragazze vedono gli uomini che le hanno sfruttate sessualmente, quanta rabbia repressa abbiano dentro. Ancora una volta è l'Occidente che prostituisce l'Africa con il suo denaro con gli specchietti per allodole. La nostra società occidentale prostituisce tutto quello che tocca. E' come certe persone che sono profondamente corruttori perché incapaci di vedere l'altro o l'altra come esseri umani. Una parte di me rifiuta questa nostra società incapace di autentiche relazioni. Questo è un mondo dove regna l'ipocrisia, un sovrapporsi di interessi tra politica, economia e religione. Ci sono tante persone buone, tante persone degne ma tutto viene strangolato strutturalmente dalla malavita che crea mentalità e cultura e che attraversa tutte le istituzioni. La fatica del vivere ci accomuna tutti. Questa società non ci permette di coltivare tante parti di noi inesplorate, altre dimensioni della nostra vita: la musica, la poesia... I nostri sensi sono atrofizzati. Che società che abbiamo costruito! Anche se non ho nostalgia per la società del passato che aveva problematiche più pesanti delle attuali per la maggior parte della gente e per i poveri.

Perché non favorire, perché non concedere il permesso di soggiorno con meno rigidità. Il permesso di soggiorno toglie dalla "illegalità" le persone, permette loro di cercare di inserirsi, di difendersi e non essere facilmente vittime della criminalità. Mi chiedo se spesso dietro il rifiuto del permesso di soggiorno da parte delle autorità non ci sia una volontà punitiva e l'interesse ad avere una moltitudine di schiavi che facciano comodo soprattutto all'economia sommersa.

Quale destino possono avere queste ragazze africane se non quello della prostituzione? Ricordo nel mio viaggio in Nigeria, alcuni anni fa, di aver constatato come quel paese non fosse entrato ancora nell'era della tecnica. Non padroneggiava i meccanismi e la cultura della tecnica, se ne serviva solamente. Non era un segno di arretratezza, ma di una cultura diversa che doveva continuamente confrontarsi con l'Occidente tecnologico. E' il confronto continuo tra gli immigrati africani, la loro cultura e il nostro mondo. Gli immigrati africani peggiori sono quelli che il nostro sistema ha creato o sta creando. Non hanno identità, hanno perso la loro, in alcuni sopravvivono gli aspetti peggiori: paure ancestrali come il voodoo, per certi cristiani forme devozionali che non influiscono nella loro vita sociale. E' una continua dissociazione nel tentativo di rimuovere la contraddizione tra il creduto e il vissuto. Nel '78 a Chicago parlavamo di clonazione e di ingegneria genetica, qualcuno sperava in una generazione di nostri futuri servi. Noi in Italia non siamo ancora nell'era della genetica. Sono ritardi che nel nostro mondo vanno sempre più accorciandosi.

Rimane la domanda: "Non c'è la possibilità di un modello di vita diverso dall'attuale?"

I cristiani nell'antichità erano riusciti ad esprimere uno stile di vita diverso. Il Vangelo aveva espresso la Vita Religiosa e Monastica come un'alternativa alla società del tempo.

Ora siamo tutti omologati, siamo figli di questa cultura.
Gli uomini-donne spazzature sono un segno che interroga il nostro mondo di clonati e di omologati, non moriranno in un letto di ospedale tra bianche lenzuola e candide infermiere, moriranno invece tra monti di spazzatura, senza nome. Sono immigrati e peggio ancora neri africani...

La sofferenza psichica

Nel mondo degli immigrati sta aumentando sempre più il numero delle persone con problemi psichici. L'Italia non è il paradiso sognato da molti immigrati che nei loro paesi sono illusi dall'informazione multimediatica e dalla propaganda del nostro modello di sviluppo. Il mondo della tecnica, della scienza applicata alla tecnica ha rivelato tutti suoi limiti. Siamo un po' tutti vittime del modello di sviluppo occidentale. Arrivano tra mille difficoltà indebitandosi per pagarsi il viaggio, spesso si tratta di donne vittime della malavita organizzata e dei trafficanti internazionali.. Molti immigrati si frantumano in questa nostra società che non rispetta nessuno e aumenta sempre più il numero delle vittime.

I sogni si infrangono e rimane la triste realtà fatta di provvisorietà, di illegalità e di lotta per la sopravivenza. Il permesso di soggiorno è per loro come l'entrata in paradiso, la porta che apre a loro la possibilità di sistemarsi. Esistono questi mondi sommersi, autentiche sacche di disperazione e di lotta per la sopravivenza. Sono persone dal volto umano, non numeri e statistiche: hanno carne e sangue come noi. Monica ha 22 anni, arrivata circa tre anni fa dalla Polonia con uno dei pulmini che settimanalmente fanno la spola tra l'Italia e la Polonia. La Polonia è attualmente un paese in transizione. Il passaggio dalla dittatura alla democrazia non è stato indolore. Il sistema comunista nonostante tutto faceva da "contenitore" per tanti che non avevano altri punti di riferimento, lontani anche dalla Chiesa cattolica.

Il "contenitore" dava una certa stabilità sociale, identità e senso di appartenenza. In fondo anche una sicurezza psicologica. Improvvisamente si è sgretolato il "sistema" e molti polacchi si sono ritrovati senza punti di riferimento, abbandonati a loro stessi. Spero che questa "diaspora" polacca che vive sul litorale non sia indicativa del mondo polacco. Sono molte le donne che vengono per guadagnare e mantenere i figli in Polonia, per farli studiare. I mariti o i compagni sono rimasti in Polonia e sembra proprio che chi siano andati in crisi siano soprattutto gli uomini. Spesso si tratta di donne separate, dove l'uomo non è stato capace di mantenere e tenere unita la famiglia. Nella mia zona l'alcolismo è molto praticato come fuga dai problemi quotidiani e dalla mancanza di senso.

Monica arrivata tre anni fa ha oggi 22 anni, dopo poco tempo si è trovata un compagno polacco e insieme hanno generato un bambino che ora frequenta la nostra scuola materna. Avevo visto Monica e il compagno passeggiare sulla Domitiana spingendo il carrozzino del bambino. Sono molto discreto quindi non investigo sulla vita degli altri. Poi ecco che i maestri della scuola materna mi hanno messo in guardia: Domenico il bambino mostra segni di trascuratezza, a casa non lo seguono bene, non presenta segni di battiture o lividi, ma la sua pulizia lascia a desiderare ed è sempre triste. Il padre infine si presenta perché la moglie è sparita improvvisamente da casa senza dire niente e ci racconta che la compagna è stata ricoverata all'Igiene Mentale, che dovrebbe seguire una cura ma che non la vuol fare. Dopo giorni di ricerca la ritroviamo sporca e lacera sulla strada e riusciamo a portarla all' Igiene Mentale dove viene trattata e ricoverata per alcuni giorni. Scopro che da tempo Monica, tra mille difficoltà, è seguita dai medici che fanno il possibile per aiutarla, che vanno anche a casa per il trattamento. Scappa ancora altre due volte e la ritroviamo in condizioni pietose. Ha solo 22 anni, in stato confusionale può succederle di tutto.... Non vuole fare il trattamento: prendere le pastiglie al mattino e alla sera. Il suo compagno non si rende conto della gravità della situazione, Monica corre il rischio di diventare cronica e di passare la sua vita tra brevi ricoveri o un continuo Day Hospital.

I medici dell'Igiene Mentale sono molto preoccupati, tentati di compiere un intervento coercitivo su Monica, ma anche questa è una cosa dolorosa, poi c'è di mezzo il bambino che ha solo due anni e ci preoccupa. Frequentando l'ambiente dell'Igiene Mentale mi rendo conto della battaglia giornaliera immane che i medici e infermieri devono fare per rispondere alle numerose richieste di intervento terapeutico. Nel caso di Monica troviamo per intanto una soluzione provvisoria: da me prende le medicine sia al mattino come alla sera, non le prende da altri. Anche questo è un problema perché si crea la dipendenza ed è necessario trovare un'altra soluzione.

Questo mio intervento mi introduce in un "altro mondo" , si è spalancato il mondo della sofferenza psichica, della sofferenza dell'anima. Avverto in Monica il bisogno di una vita diversa, non si possono passare anni in uno scantinato maleodorante tra una sigaretta e l'altra perdendo completamente la nozione del tempo e il senso della vita, degli affetti in un livellamento delle emozioni. Il silenzio di Monica è rotto nei momenti di crisi da cambiamenti rapidi dell'umore, da scatti aggressivi verso le persone, anche le più vicine. E' un miscuglio di crisi dove malattia psichica ha tanti risvolti. Vive la solitudine chiusa nel suo mondo fatto di malinconia e di angoscia. Ogni tanto parla da sola nel bisogno di rompere il silenzio che accompagna la sua giornata. La invito ad uscire, a prendere una boccata d'aria, a venire alla scuola dove c'è anche suo figlio... ma esce solo quando ha finito le sigarette anche se piove.

In queste situazioni emergono i bisogni istintuali. Le medicine che prende hanno effetti collaterali, era una bella ragazza, ora si sta gonfiando, l'umore è stabile ma piano piano anche le emozioni si appiattiscono e il volto stesso perde di espressività. Monica è povera può solo contare sui medici e infermieri dell'igiene mentale che fanno realmente il possibile. Se fosse ricca potrebbe venir ospitata in una clinica dove potrebbe usufruire non solo della assistenza medica personalizzata ma in un ambiente di piccoli agi e comodità potrebbe migliorare. La nostra società prevalentemente "economica" non ha molti mezzi per curare le persone e gli anelli deboli che aumentano sempre più sono destinati a spezzarsi. La logica che va sempre più affermandosi dei "vincenti e dei perdenti" semina relitti sulla sua strada. A volte sogniamo una società diversa più umana, una società delle relazioni umane e del benessere condiviso. Mi chiedo quale sarà il futuro di Monica.

Non fuochi d'artificio ma compassione !

Comitati e commissioni si danno da fare per raccogliere fondi spesso battendo casa per casa finendo per opprimere la popolazione che spesso si sente costretta a fare l'offerta. Si moltiplicano le feste durante l'anno per aumentare i guadagni. Il Sacro diventa l'occasione per fare denaro equivoco e illecito.

Grava su queste feste il sospetto che dietro a questi comitati organizzativi si celi la presenza della criminalità organizzata che non perde l'occasione per fare denaro. Ci sono parroci che si oppongono e soffrono perché si rendono conto che il più delle volte queste feste sono espressioni più pagane che cristiane dove la fede viene dissociata dai gesti religiosi esterni. I gesti esterni durante queste feste spesso non hanno niente a che fare con la fede profonda. A volte sono ricordi di un avvenimento straordinario iniziato molti anni prima: un miracolo, una visione, un evento. Si ripetono i gesti o le processioni e si sono perdute le motivazioni legate all'avvenimento straordinario. La festa patronale in alcuni posti diventa più festa profana che religiosa. Ci sono parrocchie che vanno a gara invitando la cantante di grido con spese notevoli. Ma anche qui purtroppo bisogna fare 'audience' e attirare molta gente.

La festa patronale è un bisogno umano e religioso. Riflette la necessità di interrompere la fatica del lavoro quotidiano per riposare. In passato il lavoro manuale era estremamente faticoso e la giornata lavorativa cominciava all'aurora e finiva all'imbrunire. Il periodo estivo era particolarmente massacrante per la lunghezza della giornata. La Chiesa, nella sua saggezza, aveva moltiplicato le feste per dare riposo agli operai e ai braccianti. In un tempo che le Sacre Scritture erano riservate agli "illuminati" e l'accesso al libro sacro era riservato ai pochi il popolo esprimeva la sua fede in maniera semplice e collettiva. Tante feste religiose sono state la 'conversione' di feste pagane legate al ciclo della natura e della riproduzione, trasformate in feste cristiane. L'avvenimento straordinario del Concilio Vaticano II conclusosi nel 1964 tra le tante novità dello Spirito Santo, ci ha introdotti e immersi nella Parola di Dio e siamo appena all'inizio di questa 'immersione'. Una fede adulta si alimenta con le Scritture, non ha bisogno di molte devozioni. La Sacra Scrittura non produce devozioni, non conduce alla devozione verso i Santi ma alla figura centrale che è il Cristo. La Sacra Scrittura dà vita ad una forte spiritualità cristocentrica. Nella nostra vita religiosa i santi devono stare al loro posto e non occupare luoghi religiosi interiori della nostra vita di fede.

E' Gesù di Nazaret il Cristo, il centro della nostra vita. Una recente inchiesta sulla religiosità degli italiani ha rivelato che Cristo è in basso nella graduatoria degli invocati e dei pregati. Prima vengono altri santi dai miracoli facili. Qualche volta dietro la sponsorizzazione di alcuni santi ci sono lobby con forti interessi economici che finiscono per fare forti pressioni popolari e mediatiche. Qualche santo italiano è un'autentica miniera economica e attorno a lui si moltiplica il denaro e sono convinto che questi si "rivolta nella tomba" per come viene usato e strumentalizzato. I Santuari sono le oasi all'interno di un mondo che diventa sempre più secolarizzato dove Dio viene messo al margine e soprattutto non si vogliono da parte di molti che si esprimano gesti esteriori della fede. Frantumati da questa società che non fa più da contenitore, ma al contrario spezza, frantuma tutti noi abbiamo bisogno della festa per rimetterci insieme, per fare unità dentro di noi e ritrovare pace e unità interiore. La festa patronale è il luogo dove dovremmo ritrovare noi stessi, il momento di metterci un po' davanti a Dio, per stare con Lui e fare il punto della nostra situazione esistenziale. Non è il tempo del fracasso e dei fuochi d'artificio.

Abbiamo bisogno di feste religiose vere che diventino santuari all'interno della nostra vita interiore. I Santuari sono spesso i luoghi dell''innamoramento'. La visita al santuario preparata, non "turismo religioso", non visita turistica frettolosa fra un gelato e l'altro, fra la visita al monumento e l'altro, correndo...ma cercata, è quasi sempre incontro profondo con il Signore. Assillati da mille preoccupazioni, a volte anche da sofferenze, oppressi dal tempo che ci obbliga spesso a scelte difficili ecco che entrando nel santuario usciamo dalla dimensione del tempo e dello spazio secolarizzato e diventiamo ricettivi all'ascolto non di musiche o fuochi d'artificio, ma all'ascolto suo, del Signore... Molti oggi vivono il tempo delle 'identità fluttuanti' e in nome di un'apertura all'altro o alle altre religioni rinunciano ai segni esterni della nostra religione, come se non avessimo un passato e un'identità basata sulla fede e sulla Chiesa. Più che mai oggi siamo chiamati a dar conto della nostra fede senza lotte o battaglie ma in un dialogo sereno e rispettoso. La nostra identità religiosa e di fede è qualcosa che cresce e si purifica ma non è mai rinunciataria.

Che cosa hanno a che fare tante feste patronali con tutto questo, perché tanto rumore per nulla? Perché tanto spreco economico in fuochi d'artificio? Non si onora il santo così! E tanto meno Gesù Cristo! Questo denaro sprecato potrebbe essere usato per praticare la giustizia? E per evitare ambiguità e confusioni termino con le parole del Profeta Michea: " ...pratica la giustizia, ama con tenerezza, cammina umilmente davanti al tuo Dio" (Confronta il capitolo 5)
Da tempo c'è l'associazione Casa per la non violenza di San Ferdinando di Puglia (Foggia) che propone un cammino nuovo insistendo contro lo spreco economico dei fuochi d'artificio affinché tutti noi possiamo ritrovare la compassione.a

Castel Volturno, inferno o laboratorio del futuro?

Qualche volta travisando anche i numeri stessi. Castel Volturno dista da Napoli una quarantina di chilometri. Una rete di strade e superstrade permette di raggiungere il centro di Napoli facilmente. Un servizio discreto di autobus da Mondragone alla Stazione Centrale di Napoli facilita gli spostamenti verso la città. Anche noi in periferia viviamo le problematiche della grande città e le preoccupazioni per l'alto numero di omicidi dovuti alla criminalità organizzata e alla guerra tra le cosche. Tuttavia negli ultimi anni Castel Volturno non è stato sulla cronaca per omicidi: il giornale locale parla di arresti di piccoli spacciatori di droga, o di furti di poveri disgraziati. Questa è una terra dove bisogna ingegnarsi per vivere, anche se questo non giustifica il furto e lo spaccio. E' un luogo che concentra le ragazze prostituite, che da qui partono per esercitare la prostituzione nelle cittadine dei dintorni e anche verso Napoli o Roma.

C'è un alto numero di immigrati che si sono insediati in questi anni sul territorio. Sono aumentati molto i Polacchi, gli Ucraini, i Rumeni. E' chiaro che gli africani, da molti anni presenti sul territorio, sono molto visibili e facilmente discriminabili. I giornali ultimamente parlavano di circa 20.000 immigrati, di un immigrato per ogni italiano. Cifra esagerata. I giornalisti devono sempre fare notizia, devono creare lo scoop e spesso cercano volontariamente persone che presentino loro gli aspetti peggiori, e che perseguono interessi personali. Pineta Mare e gli altri agglomerati urbani sono luoghi dormitorio per un numero di villette e appartamenti che i proprietari italiani non abitanti a Castel Volturno affittano a prezzi esorbitanti. E allora gli immigrati devono unirsi per mettere insieme il prezzo dell'affitto sovrappopolando gli appartamenti.

Tento una stima, difficilissima per la mancanza di un censimento e anche per la grande mobilità degli africani, più elevata di quella delle altre nazionalità. Gli immigrati a Castel Volturno non superano i 6.000, e mi sembra di eccedere. La popolazione censita dal comune è di circa 20.000 residenti italiani, a questi bisogna aggiungere gli italiani non iscritti che aumentano notevolmente la popolazione. E' un comune che ha molte persone di fuori agli arresti domiciliari, un comune che da anni è la valvola di scarico di Napoli e delle altre città limitrofe. Calamità del passato come il terremoto dell'Irpinia dell' 80 e il Bradisismo di Pozzuoli hanno favorito la crescita della confusione e del caos di Castel Volturno. In quelle occasioni molte persone delle periferie urbane sono state trasferite nelle villette e negli alberghi del Litorale. Molti di questi sono rimasti, altri se ne sono andati portandosi via tutto quello che potevano: water, porte, termosifoni....

Castel Volturno è diventato un terreno di conquista, dove molti vengono con la speranza di fare qualche affare e poi andarsene. Il turismo estivo è sempre più ridotto, poco qualificato. Invece di diventare una possibilità per tutti, arricchisce solo qualche commerciante pur creando problematiche enormi per il bilancio Comunale.

Castel Volturno è anche nella morsa della Camorra, che controlla tutte le iniziative economiche invadendo tutti i campi di profitto. I capi della malavita non vivono qui, ma nei paesi vicini: Casal di Principe, Villa Literno....e da là dirigono le fila del traffico criminale. Molti immigrati sono vittima della criminalità che li usa come corrieri e spacciatori della droga. Da molti anni ci sono luoghi, come la pineta o l'area vicino all'albergo bruciato Boomerang, dove si raccolgono i tossico-dipendenti. E' la "fossa dei serpenti", e le ragazze lì che si prostituiscono per droga. Alcuni di questi e queste sono ormai personaggi ben conosciuti perché da anni sopravvivono invecchiando male. Ogni tanto purtroppo qualcuna muore sulla strada investita da una macchina.

Vengono anche dalle regioni vicine a "comprare" droga. Spesso vedi giovani che scendono dagl'autobus e che al mattino presto corrono per comprare la loro dose giornaliera.

La convivenza tra immigrati e italiani residenti non è facile. Il centro storico di Castel Volturno, il mondo a sé dei Castellani D.O.C, non è molto coinvolto: è una parentesi surreale tra i problemi sempiterni del territorio.

Nel centro storico il Municipio è il luogo della politica, dove si parla e si discute. Tuttavia esistono altri luoghi dove le decisioni vengono prese: Pineta Mare, la Domitiana, Mazzafarro, i Seponi... Tutti questi luoghi hanno i loro capi-quartiere che regolano i voti nel tempo delle elezioni stabilendo gli indirizzi politici e chi favorire. Politicamente la zona è di destra: vive ancora il ricordo delle bonifiche fatte da Mussolini. Nelle campagne ci sono ancora le case coloniche diroccate dell'Opera Nazionale Combattenti: le abitazioni e i pezzi di terra distribuiti da Mussolini agli ex combattenti della prima guerra mondiale. Esiste anche una sinistra molto ridotta che negli anni passati ha portato avanti battaglie sociali e che in due occasioni nel passato è riuscita ad offrire un sindaco di sinistra. Anni in cui la giunta comunale ha potuto portare avanti rivendicazioni contro la famiglia Coppola, costruttori abusivi di Pineta Mare. Rivendicazioni che avevano lo scopo di "restituire" allo Stato un territorio di cui gli imprenditori si erano impossessati con il beneplacito di esponenti politici del tempo. I sindaci di sinistra tentarono anche la battaglia legale che mirava alla chiusura delle cave che fornivano sabbia per le costruzioni, durante del boom edilizio che iniziato negli anni '60. Le cave hanno fatto del territorio un "colabrodo", dando origine a molti laghetti dove attualmente sono nascosti e sommersi rifiuti edili e tossici di ogni tipo. Il contenzioso tra lo Stato e i Coppola si è risolto alcuni anni fa con il cosiddetto Accordo di programma: un compromesso che attraverso il Consorzio Rinascita ha dato il via ad una serie di iniziative edili come "La messa in sicurezza della Domitiana", e la speranza di altri lavori futuri come il porto di Pineta Mare e la sistemazione del Mandracchio in Centro Storico.
Siamo la provincia d'Italia più inquinata, con una media altissima di tumori. Ci sono momenti della giornata in cui, a seconda dello spirare del vento, la puzza diviene insopportabile. E non è l'odore di sterco di bufala...

La convivenza tra immigrati e italiani è possibile, anche se non è facile. Non c'è una vera e propria ghettizzazione, anche se i giornali vorrebbero molto poterne creare una. Ciò che esiste sono luoghi dove la convivenza è sofferta, dove gruppi di italiani sono esasperati dal crescere dell'incertezza e dell'insicurezza. La discriminazione è nei confronti degli africani, più visibili e più vulnerabili. Se in un palazzo ci abitano cinquanta famiglie italiane lo si chiama condominio, invece se in un palazzo ci abitano cinquanta famiglie "nere" lo si chiama ghetto. E' chiaro che le belle polacche e ucraine non vengono discriminate.

Purtroppo ci sono anche immigrati che con il loro comportamento criminale non facilitano lo sforzo di convivenza. Bisogna infatti riconoscere che qui nel Sud esiste ancora un potenziale spirito di accoglienza che, pur non volendo generalizzare, si è praticamente estinto al Nord. Un germe di solidarietà e comprensione che tuttavia è stato avvelenato in questi anni da ideologie politiche.

La verità è che Castel Volturno è un laboratorio del futuro. E ci sono molte persone positive che si impegnano per un futuro migliore. Sono persone, individui e cittadini, che ci credono ancora. C'è, per esempio, la scuola elementare e media che si stanno impegnando e si sforzano di non essere "episodiche" nella vita dei bambini tramite progetti pomeridiani. A volte, con una punta di ironia che qualcuno non riesce a cogliere, uso dire che a Castel Volturno il Dio c'è. A Roma può darsi...