mercoledì 5 maggio 2010




Tanto per capirci

Caro Sindaco,

non ha cominciato nella migliore delle maniere il suo terzo mandato come primo cittadino. Incitare alla violenza razzista non è proprio un buon modo; riproporre ideologie stile Apartheid Sud Africano non è un comportamento corretto; auspicarsi che Castel Volturno possa diventare una Rosarno non è degno di un uomo che ha il merito di avere guadagnato il 53% dei voti.

Ma Lei caro sindaco, continua a parlare alla pancia, continua il suo squallido gioco emotivo come se per risolvere i problemi di Castel Volturno bastasse trasformarsi in sceriffo con le pistole ai fianchi.

Le sue affermazioni razziste ci spaventano. Lei in questo modo si sta assumendo tutta la responsabilità di gettare benzina su un fuoco già acceso, perché chiamare alla rivolta una popolazione Italiana già esasperata e sofferente, è solamente un atto da irresponsabili. Lo hanno capito anche i vertici del suo partito che hanno subito preso le distanze dalle sue allarmanti dichiarazioni.

Anche i cittadini Italiani soffrono. Soffrono per la mancanza di lavoro e di possibilità e sono lasciati a se stessi da Istituzioni ormai sempre più lontane dalle loro vite. I Servizi Sociali non hanno un soldo e sono così resi incapaci di affrontare i problemi reali della gente. Ma lei continua a dire che Castel Volturno è alla deriva a causa degli immigrati, confondendo così le carte in tavola, scatenando una inutile e illogica guerra tra poveri.

Lei ha attaccato tutte le associazioni che si impegnano a fianco degli immigrati e parte della chiesa. Ha affermato che questi soggetti sono la rovina di Castel Volturno. Oggi noi le rispondiamo con una sola voce. Ci siamo confrontati, abbiamo incontrato immigrati, abbiamo tenuto incontri e assemblee dove abbiamo discusso su cosa sogniamo per Castel Volturno. Se lei costruisce fossati e muri tra le comunità residenti sul litorale Domitio, noi vogliamo provare a costruire ponti. Non ci stancheremo di dialogare, di costruire lotte e percorsi che possono accumunare le sofferenze delle diverse comunità, di Italiani e di Stranieri. La disoccupazione, la mancanza di casa, la fatica a pagare le bollette, la voglia di fuggire da questa terra non ha colore. Per questo crediamo che si possa trasformare questa terra in una risorsa per tutti.

La mancanza di conoscenza genera paura e diffidenza; quando si è vicini ad una persona si impara a conoscerla e ad apprezzarla, si impara ad ascoltare e a cogliere altri punti di vista. Non abbia paura della “differenza” che gli immigrati portano su questo territorio, provi a parlare CON loro invece che solamente su di loro e vedrà che proverà vergogna per le sue affermazioni.

Forse capirà che ogni discorso riguardante l’immigrazione a Castel Volturno passa necessariamente per il Permesso di Soggiorno. Non si risolverà mai nessun problema se gli immigrati non possono ottenere il documento, se non hanno la possibilità di costruirsi una vita più stabile e sicura, finalmente più liberi da schiavisti e lavoro nero.

Caro sindaco, noi siamo disponibili a parlare e confrontarci con lei senza gettare altra benzina sul fuoco. L’accoglienza che abbiamo praticato in questi anni e che continueremo a praticare, ci ha insegnato che non è giocando sulle emozioni che si risolvono i problemi.


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